Nuovi standard abitativi: comfort e risparmio

Spesso ci si lascia affascinare dall'estetica di una casa, dalla divisione degli spazi, dalla luminosità. Ora poniamo l'attenzione su aspetti come isolamento e qualità dei materiali. L'attestato di prestazione energetica definisce in modo molto preciso quanto l'edificio consuma nel suo ciclo di vita.

Chi si appresta ad acquistare un’abitazione, villetta o appartamento che sia, sta per comprare un bene che nella maggior parte dei casi durerà tutta la vita.

Per questo motivo, prima ancora dell’aspetto puramente estetico, bisognerebbe valutare la reale qualità dell’investimento studiando nel dettaglio come e con quali materiali (spesso non visibili) l’edificio è stato costruito.

Qualità in edilizia significa: qualità e risparmio energetici, qualità acustica, qualità dei materiali e soprattutto comfort.

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Attenzione alla certificazione

L’innovazione per quanto riguarda i parametri di giudizio di un edificio sta senza dubbio nella trasparenza con la quale devono esserne dichiarate le caratteristiche energetiche. La certificazione energetica prevista dal D.L. 192/2005 rappresenta un importante passo avanti in questa direzione.

Con l’applicazione del D.L. n. 63/2013, tutti gli edifici devono essere dotati di un attestato di prestazione energetica (ape) che definisce in modo molto preciso quanto l’edificio consuma nel suo ciclo di vita.
In altre parole, quello che fino a oggi è stato un argomento incomprensibile per la maggior parte delle persone, con la certificazione diventa un tema alla portata di tutti, determinante in fase di acquisto o di affitto di un immobile. Una pagella energetica (Classe A, Classe B), simile a quella degli elettrodomestici che deve accompagnare ogni contratto di compravendita o locazione.

Elementi che influenzano il consumo energetico di un edificio

Individuando i punti di debolezza o di perdita energetica di un fabbricato possiamo definire sei semplici categorie che corrispondono a diversi elementi: pareti, terreno, finestre, tetto, caldaia e ventilazione.

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Ognuna di queste categorie determina una porzione di consumo energetico. Comprendere, anche se in modo approssimativo, quali sono i valori in gioco permette di capire gli aspetti da controllare con cura nel caso di acquisto di un nuovo fabbricato, ma anche di capire quali sono le priorità nel caso in cui si volesse riqualificarne uno già esistente.

I cinque interventi fondamentali

Nel riqualificare un edificio si dovrebbero adottare tutte le strategie possibili: utilizzo di una caldaia più efficiente, sostituzione delle finestre, installazione di un rivestimento a cappotto, di materiale isolante sulla copertura e di un sistema di ventilazione forzata con recupero di calore.

Ma ci sono alcuni interventi che ottimizzano al massimo il rapporto costi-benefici.

Il primo intervento dovrebbe essere la sostituzione delle finestre esistenti.
Le vecchie finestre infatti, nonostante la loro superficie ridotta rispetto alle murature, rappresentano circa il 20/25% dei consumi complessivi. Sul mercato si trovano frequentemente serramenti con una trasmittanza termica inferiore a 1,5. La sostituzione delle vecchie finestre con nuovi serramenti dotati di vetri basso-emissivi riduce di 3/4 la dispersione di calore permettendo di ammortizzare il costo dell’investimento in pochissimi anni.

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In seconda istanza, specialmente per le mansarde, dovrebbe essere migliorato il pacchetto isolante della copertura. Lo spessore del pacchetto isolante non dovrebbe mai scendere sotto i 12 cm.
L’investimento è medio ma i benefici sono notevoli sia nella stagione invernale sia nella stagione estiva.

Il passo successivo dovrebbe essere la realizzazione di un rivestimento a cappotto dell’intero edificio.In qusto caso il costo dell’intervento è medio-alto soprattutto se il lavoro viene eseguito con cura. In molti casi devono infatti essere smontati tutti gli stipiti e i bancali in marmo delle finestre per permettere il corretto posizionamento dei pannelli isolanti. Anche in questo caso lo spessore dei pacchetti isolanti non dovrebbe mai essere inferiore ai 10 cm.

In seguito bisognerebbe sostituire la caldaia. Molto spesso si pensa che la caldaia sia la causa principale di consumi troppo elevati. In realtà la caldaia è responsabile solo del 10% delle perdite di calore. E’ inutile pertanto sostituire la caldaia di un edificio inefficiente che perde energia da tutte le parti. Per questo motivo, pur avendo un costo relativamente contenuto, è una delle ultime priorità .

Infine dovrebbe essere installato un sistema di ventilazione forzata con recupero di calore. Tali sistemi permettono di cambiare l’aria dei locali senza aprire le finestre quindi senza dispersioni termiche. La loro efficacia tuttavia è garantita solo nel caso di installazione in edifici ben isolati.

Comfort e risparmio

Come detto, gli edifici di nuova costruzione devono essere dotati di certificato energetico e quindi essere progettati secondo determinati criteri.
La consapevolezza delle problematiche di progetto permetterà quindi anche a un privato di valutare, seppur in modo superficiale, se gli edifici che intende acquistare o possiede hanno determinati requisiti e di definire le possibili modalità di intervento. Tutto questo con l’attenzione rivolta al risparmio energetico e al comfort.

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