Abitabilità dei sottotetti: serve il permesso del Comune

Se mancano le autorizzazioni o in presenza di variazioni essenziali al progetto approvato di un sottotetto, si commette un abuso edilizio: è quanto ha stabilito recentemente la Corte di Cassazione.

Se mancano le autorizzazioni o in presenza di variazioni essenziali ad un progetto già approvato, si commette un abuso edilizio: è quanto ha stabilito recentemente la Corte di Cassazione.
E’ un tema spinoso quello dell’abitabilità dei sottotetti. Se infatti si vuole cambiare la destinazione d’uso di un sottotetto, rendendolo abitabile, questo implica un aumento della superficie utile e della volumetria dell’immobile di riferimento: quindi per effettuare questo tipo di intervento è necessario attenersi strettamente al permesso di costruire del Comune altrimenti si rischia di essere accusati di aver commesso un abuso edilizio.

Il chiarimento è arrivato dalla Corte di Cassazione con la sentenza 49583/2015. Nel caso preso in esame, il Comune aveva accertato che il cambio di destinazione d’uso del sottotetto aveva determinato un aumento della superficie utile lorda e della volumetria maggiore del 5% rispetto a quella autorizzata con il permesso di costruire.

Il responsabile di tale aumento di volumetria del sottotetto, punito con una multa, aveva presentato ricorso perché a suo avviso, durante lo svolgimento del giudizio, era stata approvata la legge Sblocca Italia (Legge 133/2014), in base alla quale sono consentiti i mutamenti di destinazione d’uso all’interno della stessa categoria funzionale.

Anche se, dopo i lavori, l’immobile era rimasto in categoria residenziale, i giudici hanno sottolineato che dovevano essere prese in considerazione le violazioni al Testo unico dell’edilizia (Dpr 380/2001) e al Regolamento edilizio comunale.

sottotettoRicordiamo che, in base al Testo unico dell’edilizia, sono ammesse variazioni entro il 2% delle misure progettuali. Quelle rilevate dal Comune in questo sottotetto, erano invece del 5%.

Altro punto dolente rilevato: oltre all’accorpamento del sottotetto non accessibile alle altre camere, con un conseguente aumento della volumetria e della superficie utile, era stata incrementata l’altezza del colmo della falda in modo da rendere più alti i locali.

I giudici della Cassazione hanno stabilito quindi che in questa modifica del sottotetto si era in presenza di variazioni essenziali al permesso di costruire. Per questo hanno bocciato il ricorso e condannato il responsabile al pagamento della multa.
Quindi, prima di effettuare modifiche ad un immobile per ricavarsi una mansarda, bisogna verificare se rispettano le regole che riguardano l’abitabilità dei sottotetti, a partire da quelle comunali.

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Autore:

Elena Liziero

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