Salva Casa Veneto
La normativa nazionale conosciuta come “Salva Casa”, introdotta con il Decreto Legge 69/2024 e convertita nella Legge 105/2024, ha ridefinito le sanatorie edilizie, amplificando le tolleranze costruttive per piccole difformità e semplificando l’accesso a regolarizzazioni edilizie. A livello regionale, la Regione Veneto ha integrato il Salva Casa con una delibera specifica (D.G.R. 605513 del 28 novembre 2024) per disciplinare il caso delle costruzioni nelle zone sismiche. Si tratta di una normativa necessaria per armonizzare le nuove disposizioni nazionali con le particolari esigenze di sicurezza del territorio veneto.
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Contatta un Consulente VELUXCosa cambia con il Salva Casa a livello nazionale
Il Salva Casa (L. 105/2024) introduce importanti novità in materia di regolarizzazione edilizia, mirando a sanare quelle piccole difformità che spesso impediscono la compravendita o la ristrutturazione di un immobile in Italia. Non si tratta di un condono, ma di una semplificazione delle procedure amministrative per sanare irregolarità minori.
Ecco cosa prevede in breve:
- Tolleranze costruttive: la norma amplia i margini di tolleranza per le difformità esecutive rispetto al progetto approvato. Le tolleranze variano in funzione della superficie utile dell’immobile: per edifici fino a 60 metri quadrati, sono ammesse discrepanze fino al 6% delle misure progettuali; percentuali più basse si applicano per metrature superiori. Questa novità consente, ad esempio, di regolarizzare lievi scostamenti nelle altezze interne, nella posizione di tramezzi o nella distribuzione dei vani, che in passato avrebbero richiesto una sanatoria onerosa o una complessa pratica edilizia.
- Regolarizzazione tramite permesso o SCIA in sanatoria: le opere realizzate in parziale difformità possono essere sanate attraverso una procedura semplificata, che prevede la presentazione di un Permesso di Costruire o di una SCIA (Segnalazione Certificata di Inizio Attività) in sanatoria. Il tecnico incaricato dovrà asseverare la conformità dell’intervento alle normative urbanistiche e alle prescrizioni vigenti al momento della realizzazione. In questo modo, si supera l’obbligo di dimostrare la cosiddetta “doppia conformità”, da sempre uno degli ostacoli principali nelle sanatorie ordinarie.
- Recupero dei sottotetti: il Salva Casa facilita il recupero dei sottotetti grazie a deroghe sulle altezze minime, permettendo di trasformarli in unità abitative.
- Mini-alloggi: vengono introdotti mini-alloggi di 20 metri quadrati per una persona e 28 metri quadrati per due persone, con deroghe sulle altezze minime.
- Edilizia libera: interventi come pergolati, tende da sole e vetrate panoramiche amovibili (VEPA) rientrano nell’edilizia libera, semplificando gli interventi su terrazzi e balconi.
- Cambio di destinazione d’uso: il cambio di destinazione d’uso diventa più semplice, a condizione che non comporti nuove costruzioni, ad esempio la trasformazione di un ufficio in appartamento.
Il Salva Casa punta a sbloccare migliaia di situazioni in sospeso: case non vendibili, mutui bloccati, ristrutturazioni impossibili per difformità anche minime. Grazie a un quadro normativo più flessibile, i proprietari possono intervenire con maggiore sicurezza giuridica, senza incorrere in lungaggini burocratiche o in interpretazioni restrittive da parte degli uffici comunali.
In Veneto il Salva Casa si applica anche in zona sismica, ma solo se un tecnico certifica il rispetto delle norme strutturali vigenti all’epoca della costruzione.
Il Salva Casa Veneto e le aree sismiche
Per i territori a elevato rischio sismico, come molte aree del Veneto, la Regione ha definito un percorso specifico per applicare il Salva Casa nel rispetto della sicurezza strutturale. La Delibera della Giunta regionale veneta (D.G.R.) nr. 605513 del 2024, in base al DPR 380/2001 stabilisce infatti che gli interventi oggetto di sanatoria dovranno essere valutati anche sotto il profilo della normativa antisismica vigente all’epoca della costruzione.
Questo significa che il professionista incaricato dal proprietario non si limiterà a verificare la conformità urbanistica dell’immobile, ma dovrà anche attestare che le difformità edilizie rientrano nei parametri delle Norme Tecniche per le Costruzioni (NTC) in vigore al momento della realizzazione delle opere. Questa attestazione tecnica diventa parte integrante della documentazione da presentare allo Sportello Unico per l’Edilizia del Comune.
Una volta ricevuta la documentazione, il Comune inoltra la pratica al Genio Civile, che interviene esclusivamente per gli immobili ubicati in zone classificate come sismiche di categoria 1 o 2 al momento della costruzione. Il compito del Genio Civile è quello di verificare la compatibilità dell’intervento con le norme di sicurezza, garantendo così che la sanatoria non comprometta la stabilità dell’edificio.
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