Le norme per ingrandire una finestra (anche in centro storico)
Ingrandire una finestra è un’ottima soluzione per avere più luce negli interni di una mansarda ma anche per migliorare l’estetica dell’intera casa.
Per fare un lavoro a regola d’arte, ovviamente, ci sono numerosi vincoli e norme specifiche. Eccoli.
Quando si può ampliare una finestra
I limiti all’ampliamento di una finestra sono legati principalmente al luogo in cui si trova l’edificio. Possono esservi limiti se l’immobile si trova in una zona tutelata con vincolo storico, architettonico o paesaggistico o nel centro storico dove può essere vietata la modifica delle facciate o viene impedita la variazione delle dimensioni delle aperture.
Ulteriori norme paesaggistiche del Piano regolatore locale possono consentire comunque l’apertura di una finestra nei centri storici, normandone però forma, colori (a volte anche i materiali) e dimensioni.
La buona notizia è che, recentemente, è stata attuata una semplificazione e velocizzazione dell’iter burocratico per aprire finestre nei centri storici.
Un altro vincolo è quello della distanza dalle altre proprietà: non è consentito l’ampliamento di una finestra “veduta” che si trovi direttamente sul confine con la proprietà di persone terze.
Ampliare finestre in condominio
Oltre ai limiti legati alle norme che disciplinano le costruzioni a livello locale, che valgono per qualsiasi tipo di abitazione, in condominio si aggiungono anche i vincoli legati all’edificio e alle proprietà, perché si tratta di un lavoro sulle parti comuni (i muri perimetrali).
Quindi, in condominio, prima di avviare il progetto e i lavori di ingrandimento di una finestra, va approfondito il regolamento condominiale (potrebbe, per esempio, essere espressamente vietata la modifica della facciata) e, se non vi sono divieti, poi va sempre richiesto ed ottenuto il parere favorevole dei condomini.
Procedere con l’approvazione dell’assemblea condominiale è l’unica scelta prevista dall’art. 1117 del Codice civile, purché il tecnico asseveri che l’intervento non arrechi alcun danno strutturale alla costruzione e in più non sia pregiudicato l’uso delle parti comuni.
Verificare la staticità
Prima di procedere con i lavori bisogna verificare che la finestra più grande non comprometta la statica dell’intero edificio (sia esso un condominio o una casa singola). La modifica di una finestra necessita di una preventiva analisi strutturale da parte di un tecnico specializzato (ingegnere o architetto), che verifichi il tipo di struttura su cui si dovrebbe intervenire ed il livello di sismicità del luogo in cui si trova l’immobile.
Per capire il guadagno di luminosità interna c'è un calcolo molto semplice da fare: su una base standard di 1 metro, per ogni centimetro di superficie vetrata in più, si guadagna l’1% di luce.
Fattore medio di luce
La normativa stabilisce un rapporto minimo tra le dimensioni delle finestre e le superfici degli ambienti, serve a garantire la corretta illuminazione e aerazione dei locali di una casa.
I rapporti aeroilluminanti sono stabiliti dai Regolamenti locali di igiene edilizia e variano secondo l’utilizzo delle stanze. Per le finestre vanno rispettate distanze minime rispetto agli edifici posti di fronte, che sono normate dal Regolamento locale di igiene edilizia ma anche dal Codice civile.
Quali permessi servono per ingrandire una finestra
Poiché l’ingrandimento di una finestra è un lavoro riconducibile alla “manutenzione straordinaria”, l’iter burocratico è quello di una Cila (Comunicazione di inizio lavori asseverata).
Se l’intervento comporta anche opere di tipo strutturale, allora si procede con una Scia (Segnalazione Certificata di Inizio Attività).
Se l’edificio è sottoposto a vincolo, occorre avere anche l’autorizzazione a procedere dall’ente preposto (Comune o Regione), in base al tipo di tutela, che andrà allegata alla pratica da presentare.
In condominio l’iter burocratico si allunga nei tempi perchè prima va ottenuto il parere favorevole dell’assemblea condominiale, poi si inizia l’iter autorizzativo comunale. È necessario informare l’amministratore del condominio dell’inizio dei lavori e poi seguire le indicazioni del Comune su avvisi e comunicazioni ufficiali. E’ meglio avvisare anche i condomini sull’inizio e la durata dei lavori (per prevenire polemiche o lamentele per eventuali rumori di cantiere, ecc).
Per l’iter burocratico ma anche per la predisposizione del progetto esecutivo bisogna rivolgersi a un tecnico abilitato (ingegnere, architetto o geometra).
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