Norme per l’ampliamento di casa

Ampliare una casa per creare una stanza in più si può: il Piano Casa, che è attivo in gran parte delle regioni italiane, consente l'aumento volumetrico. Ecco le norme regionali che lo permettono.

Prima di iniziare a progettare un ampliamento, bisogna rivolgersi a un professionista che verifichi la fattibilità dell’intervento, anche se sono molte le leggi che lo favoriscono.

Ampliamenti volumetrici grazie al Piano Casa

A livello nazionale, il D.Lgs. n. 112 del 25 giugno 2008, il cosiddetto Piano Casa, ha reso possibile ampliare la volumetria della propria casa fino al 20%, in deroga ai piani regolatori comunali. Il Piano Casa è stato in seguito integrato da numerose normative regionali e comunali che ne hanno recepito l’obiettivo, ossia migliorare le condizioni abitative di alcune categorie svantaggiate, recuperare il patrimonio edilizio e sostenere il settore edilizio.

La normativa del Piano Casa è attualmente in vigore nella maggior parte delle Regioni:

Abruzzo: attivo fino al 31 dicembre 2019.
Basilicata: attivo fino al 31 dicembre 2018.
Calabria: attivo fino al 31 dicembre 2018.
Campania: attivo fino al 31 dicembre 2019.
Friuli Venezia Giulia: permanente con bonus di volumetria del 35% per ampliamento e del 50% per demolizioni e ricostruzioni.
Liguria: permanente, con differenti bonus di volumetria a seconda delle zone.
Marche: attivo fino al 31 dicembre 2018 con un bonus di volumetria in caso di adeguamento sismico dell’edificio.
Molise: attivo fino al 31 dicembre 2020 con bonus di volumetria per efficientamento energetico, demolizione e ricostruzione.
Piemonte: attivo fino al 31 dicembre 2018 solo vincolato all’adeguamento sismico.
Puglia: attivo fino al 31 dicembre 2018.
Sardegna: attivo fino al 31 dicembre 2019 con bonus di volumetria del 40% in caso di demolizioni e ricostruzioni e fino al 20% in caso di miglioramento dell’efficienza energetica.
Sicilia: attivo fino al 31 dicembre 2018 con bonus di volumetria del 35% per demolizioni e ricostruzioni.
Toscana: attivo fino al 31 dicembre 2018 con bonus di volumetria del 35% per demolizioni e ricostruzioni.
Trentino Alto Adige: permanente nella provincia di Bolzano, mai recepito in quella di Trento.
Umbria: permanente.
Valle d’Aosta: permanente, gli ampliamenti sono consentiti solo in caso di edilizia sostenibile.
Veneto: attivo fino al 31 dicembre 2018.
Chi progetta un ampliamento della casa in Lombardia o in Emilia Romagna non può utilizzare del Piano Casa che, in queste due Regioni, infatti, non è più stato rinnovato.
Per l’ampliamento della casa in Lazio, invece, si fa riferimento alla Legge regionale del 18 luglio 2018 n.7 che ha assorbito il Piano Casa mantenendo la possibilità di eseguire gli interventi di ampliamento del 20% degli edifici residenziali e gli interventi di demolizione e ricostruzione con bonus volumetrico del 20%, senza alcun cambio di destinazione d’uso.

Prima di fare un ampliamento bisogna verificare se c'è una norma locale che lo consente. Il permesso di costruire è diverso tra il recupero di un sottotetto esistente e la creazione di un ampliamento ex novo.


Permessi per gli ampliamenti

La Scia, segnalazione certificata di inizio attività, viene usata quando l’intervento riguarda opere strutturali senza modificare la sagoma dell’edificio, come il recupero di un sottotetto o i seguenti lavori:

  • gli interventi di manutenzione straordinaria sulle parti strutturali dell’edificio
  • interventi di restauro e di risanamento conservativo riguardanti le parti strutturali dell’edificio
  • interventi di ristrutturazione edilizia
  • le varianti a permessi di costruire che non modifichino parametri urbanistici e volumetrie, destinazione d’uso, categoria edilizia e che non alterano la sagoma degli edifici vincolati
  • le varianti a permessi di costruire che non portino a una variazione essenziale, ma solo se sono conformi alle prescrizioni urbanistico-edilizie e attuate dopo l’acquisizione degli eventuali atti di assenso richiesta dalla normativa sui vincoli paesaggistici, idrogeologici, ambientali, di tutela del patrimonio storico, artistico e archeologico e prescritti dalle altre normative di settore.

Per un ampliamento che porti ad un’alterazione della sagoma iniziale viene invece richiesta la Scia in alternativa al posto del permesso di costruire. Questo tipo di permesso è richiesto per i seguenti interventi:

  • ristrutturazione edilizia che porti a un organismo edilizio del tutto o solo in parte diverso dal precedente e che comporti modifiche della volumetria complessiva degli edifici o dei prospetti
  • ristrutturazione edilizia che, solo per gli immobili nei centri storici, comporti un cambio della destinazione d’uso (es. da ex loft industriale a mansarda)
  • interventi che comportino modifiche della sagoma di immobili sottoposti a vincoli.

In questi casi, dopo la presentazione della Scia è necessario aspettare almeno 30 giorni prima dell’effettivo inizio dei lavori.

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Autore:

Elena Liziero

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