Piano Casa Sardegna 2020

Il Piano Casa Sardegna è in scadenza al 31 dicembre 2020, ma già si sta pensando ad una legge per il recupero del territorio che sia permanente.

Il Piano Casa della Sardegna è stato prorogato al 31 dicembre 2020 come norma straordinaria per il rilancio del settore edile.

Si tratta della terza proroga di sei mesi, questo perché l’obiettivo della Regione, già dal 2019, è di sostituire il Piano provvisorio con una legge permanente sul recupero del patrimonio edile.

L’attuale proroga non ha modificato i contenuti del Piano Casa: ecco in cosa consiste e come puoi sfruttarlo.

Cosa prevede il Piano Casa Sardegna per gli ampliamenti

Fino al 31 dicembre potrai quindi continuare a realizzare interventi di ampliamento in Sardegna.

Ecco i premi volumetrici per zona:

  • zona urbanistica A (centri storici) l’ampliamento volumetrico può essere realizzato solo negli edifici che non conservano importanti tracce storiche, è consentito un aumento massimo del 20% del volume, fino a 70 metri cubi
  • zone urbanistiche B (tessuti urbani consolidati) e C (espansioni urbane) è concesso un ampliamento, per ciascuna unità immobiliare, massimo del 30% del volume, fino a 120 metri cubi.
    Nelle zone urbanistiche B e C è consentito un ulteriore aumento volumetrico del 5% in caso di:
    – efficientamento energetico dell’intera unità immobiliare
    – intervento con soluzioni che riducono gli effetti delle “isole di calore”, come la realizzazione di tetti verdi e giardini verticali
    – uso di soluzioni per il riutilizzo dell’acqua piovana e delle acque reflue
  • zona urbanistica D (insediamenti produttivi) con destinazione industriale o artigianale: l’ampliamento volumetrico può essere realizzato solo se legato alla destinazione industriale o artigianale, il massimo aumento permesso, per ciascuna unità immobiliare, è del 25%
  • zona urbanistica D con destinazione commerciale e G (servizi generali): l’ampliamento volumetrico consentito, per ciascuna unità immobiliare, è del 20% fino a un massimo di 400 metri cubi
  • zona urbanistica E (usi agricoli): oltre la fascia di 1.000 metri dalla linea di battigia marina, ridotti a 300 metri nelle isole minori, è consentito l’ampliamento volumetrico dei fabbricati massimo del 30% fino a 120 metri cubi.

Le demolizioni e ricostruzioni hanno un premio di cubatura fino al 30% che aumenta al 40% se i lavori prevedono la delocalizzazione oltre la fascia costiera.

Il Piano Casa Sardegna incentiva anche il recupero dei sottotetti esistenti consentendo l'apertura di nuove finestre per tetti e, in caso di aumento volumetrico, permette l'innalzamento della altezze di colmo e di gronda.

mansarda al marePiano Casa Sardegna e recupero sottotetti

Il Piano Casa Sardegna incentiva anche i lavori di recupero dei sottotetti, che sono divisi in due tipi, a seconda dell’aumento o meno volumetrico.

1- Interventi per il riuso dei sottotetti esistenti (senza incremento di volume)

Nelle zone urbanistiche A, B e C sono permessi i lavori di recupero dei sottotetti esistenti per il solo scopo abitativo. Il recupero dei sottotetti, con conseguente ottenimento dell’agibilità, è consentito purché siano rispettate tutte le regole igienico-sanitarie, e, relativamente alle altezze, ogni singolo vano deve avere un’altezza media di 2,40 metri per gli spazi ad uso abitativo, ridotta a 2,20 metri per spazi accessori e servizi (ridotta rispettivamente a 2,20 metri e a 2,00 per i Comuni ad oltre 600 metri di altitudine).

Per il recupero dei sottotetti sono consentite modifiche interne, come lo spostamento o realizzazione di solai intermedi, e modifiche esterne, come l’apertura di finestre e lucernari necessari per i nuovi vani. Nella zona urbanistica A (centro storico) queste modifiche devono essere compatibili con i caratteri costruttivi ed architettonici degli edifici interessati.
Gli interventi per il recupero dei sottotetti richiedono una SCIA (Segnalazione Certificata di Inizio Attività).

2 – Interventi per il recupero sottotetti con aumento volumetrico

Nelle zone urbanistiche B e C sono consentiti gli interventi di recupero con incremento volumetrico dei sottotetti esistenti per il solo scopo abitativo. Anche in questo caso il recupero è consentito purché siano rispettate tutte le prescrizioni igienico-sanitarie ma cambiano le altezze. Per ogni singolo vano viene richiesta un’altezza media di 2,70 metri per gli spazi ad uso abitativo, ridotta a 2,40 metri per spazi accessori e servizi (ridotta rispettivamente a 2,55 metri e a 2,25 per i Comuni che si trovano a quote superiori a 600 metri di altitudine).

Per il recupero con incremento volumetrico dei sottotetti sono consentite sia modifiche interne, come lo spostamento di solai intermedi, sia modifiche esterne, consistenti anche nella variazione delle altezze di colmo e di gronda, delle linee di pendenza delle falde e quelle per l’apertura di finestre e lucernari.

I valori massimi raggiungibili di altezza interna sono fissati rispettivamente in 3,60 metri per l’altezza al colmo e in 1,80 metri per l’altezza alla gronda.

Gli eventuali spazi di altezza inferiore a 1,50 metri devono essere chiusi mediante opere murarie o arredi fissi e può esserne consentito l’uso come spazio di servizio destinato a guardaroba e ripostiglio.

Anche per i lavori di recupero con ampliamento volumetrico dei sottotetti esistenti è richiesta la SCIA.

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Autore:

Elena Liziero

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